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lunedì 27 aprile 2020

Trovato un modello nascosto tra i reperti di Gobekli Tepe





I cacciatori-raccoglitori neolitici che eressero enormi monoliti nella Turchia centrale 11.500 anni fa avevano il comando della geometria e una società molto più complessa di quanto si pensasse, secondo gli archeologi.

Gli enigmatici monoliti costruiti circa 11.500 anni fa a Göbekli Tepe hanno sconcertato gli archeologi sfidando i preconcetti sulla cultura preistorica, sin dalla loro scoperta negli anni '90. La domanda principale è: come potevano i cacciatori-raccoglitori con una struttura sociale apparentemente primitiva costruire tali monumentali cerchi di pietra su questa sterile collina in quella che oggi è la Turchia sud-orientale? In che modo una società in gran parte nomade agli albori dell'agricoltura poteva mettere insieme le risorse e il know-how per creare quello che i suoi scopritori hanno soprannominato il più antico tempio conosciuto al mondo?
Semmai, la scoperta degli archeologi israeliani suggerisce che il progetto di costruzione di Göbekli Tepe era persino più complesso di quanto si pensasse in precedenza, e richiedeva una quantità di pianificazione e risorse ritenute impossibili per quei tempi. Lo studio dei tre più antichi recinti di pietra a Göbekli Tepe ha rivelato un modello geometrico nascosto, in particolare un triangolo equilatero, alla base dell'intero piano architettonico di queste strutture.

Ciò implica che, in contrasto con l'assunto prevalente tra i ricercatori di Göbekli fino ad ora, questi tre cerchi sono stati progettati come una singola unità e possibilmente costruiti allo stesso tempo.
Così, migliaia di anni prima dell'invenzione della scrittura o della ruota, i costruttori di Göbekli Tepe avevano evidentemente una certa comprensione dei principi geometrici e potevano applicarli ai loro piani di costruzione, conclude lo studio pubblicato a gennaio sul Cambridge Archaeological Journal.
"La scoperta iniziale del sito è stata una grande sorpresa e ora stiamo dimostrando che la sua costruzione è stata persino più complessa di quanto pensassimo", afferma Haklay, archeologo dell'Autorità israeliana per le antichità e candidato PhD all'Università di Tel Aviv.
La prima fase di costruzione a Göbekli Tepe, o "collina con il becco" in turco, è stata datata tra 12.000 e 11.000 anni fa. Questa è la prima parte del Neolitico, noto anche come Neolitico pre-ceramico A (o PPNA), nel periodo in cui le persone nel Levante settentrionale iniziarono ad addomesticare piante e animali, lanciando la rivoluzione agricola.

I costruttori del sito eressero numerosi cerchi concentrici in pietra, collocando nelle pareti enormi pilastri a forma di T che raggiungevano quasi sei metri di altezza, molti dei quali erano decorati con rilievi di animali e altri motivi. Questi cerchi sembrano essere stati costruiti attorno a coppie di pilastri posizionati approssimativamente al centro.
 

 

Immagini: autori sconosciuti, crediti su segnalazione. 

sabato 11 maggio 2019

La sirena bicaudata

Bassorilievo etrusco conservato al Museo Archeologico di Firenze

La sirena bicaudata, cioè con la doppia coda, esiste da almeno un paio di millenni... insomma prima dell'era a.S. (avanti Starbucks).
Le sue prime apparizioni ci arrivano sin dall'epoca degli Etruschi (v. foto sopra) i quali amavano rappresentarla sui monumenti come simbolo di fertilità e potere femminili. La scolpivano anche all'ingresso delle tombe, come una sorta di psicopompi che accompagnavano le anime dei defunti nell'Aldilà. Celebre è la Tomba della Sirena nella necropoli di Sovana (GR) la cui protagonista è una bellissima bicaudata - purtroppo danneggiata dal tempo - che richiama la connessione con il mondo ctonio dei morti.

Sirena bicaudata di Sovana

Vi starete chiedendo cosa c'entra il mare con l'Aldilà.
Per gli antichi non c'era differenza tra pesci e rettili, per loro erano tutti appartenenti alla stessa grande famiglia; e tale idea esisteva ovunque, ecco perché in Asia la leggenda narra che carpa koi che risale la corrente alla fine si trasforma in un drago. Il serpente è un simbolo di rigenerazione, legato alla Terra e quindi al corpo della Dea Madre e quest'ultima genera dalle acqua primordiali. Grazie a questo collegamento il serpente unisce la sfera generatrice e quella ctonia.

Ma passiamo oltre e veniamo al significato intrinseco della sirena bicaudata.
La sua ricca natura di generatrice, come abbiamo visto, dipende sia dall'elemento Acqua, sia dall'elemento Terra, entrambi princìpi femminili creativi. La sirena "classica" è già di per sé un forte simbolo di fertilità e fecondità... e va da sé che la bicaudata è doppiamente fertile, doppiamente feconda, doppiamentre Madre.

San Lupo (BN) Fontana Sant'Angelo
 La sua stessa iconografia va oltre tutto questo, infatti la posizione delle sue code non è casuale: potevano essere unite, incrociate, attorcigliate e invece sono ampiamente divaricate. Il senso è esattamente quello di rivendicare idealmente le gambe femminili aperte nell'atteggiamento di colei che mostra la propria parte più sacra, più intima: la porta della vita.
Tale concetto rientra perfettamente nell'idea di abbondanza, salute e fertilità: d'altro canto l'archeologia ci ha fatto dono di centinaia di esempi simili, basti pensare a Sheela Na Gig, la dea che apre la propria vulva con le mani; oppure alla Dea indiana personificata da Devi o Kali raffigurata in piedi con le gambe aperte mentre fluisce il suo yoni-tattva (il liquido vaginale sacro). Tra la popolazione dei Tlingit (nativi americani) la Dea Madre è un'orsa totemica con le zampe divaricate che accoglie e lascia uscire.

Si tratta di un gesto che scaccia la malasorte, allontana i mali, protegge la famiglia, la città e rende sacro il luogo in cui si trova. Sin dalla più remota antichità si trovano figure di dee madri soprattutto nelle grotte umide - allegoria dell'utero femminile - primo tempio vero e proprio del sentimento religioso primitivo.

In tempi successivi, più precisamente nel Medioevo, questa postura fu vista come un atteggiamento volgare e lascivo che tramava contro l'incorruttibilità dello spirito e attirava l'uomo nelle grinfie del maligno (maligno femminile, naturalmente). La donna era spesso associata al Diavolo in persona, sua fida compagna e terrena emanazione, da cui l'uomo era ammaliato a causa della sua diabolica natura. L'unico motivo per cui egli poteva avvicinarsi a lei era quello di comandarla, averla come serva in casa e generare con lei i figli - possibilmente maschi.
La demonizzazione della sirena bicaudata fu lunga e violenta, tanto che nel corso dei secoli cominciarono ad apparire nel folclore medievale storie di sirene incantatrici come la Melusina, donne-serpente dotate di potei magici che distruggevano l'uomo e il suo animo puro e via dicendo.


Melusina - xilografia colorata, Germania metà del XVI secolo

Eppure la nostra eroina non perde mai fascino e lustro, nemmeno dopo tanti attacchi da parte di religioni avverse e malpensieri. In molte zone, soprattutto nel nord Europa, non smette mai di mostrarsi nelle chiese, nelle cripte e sui monumenti. Anche laddove era stata fortemente bandita ad un certo punto della storia ella ricompare più bella e più potente di prima. Nella foto qui sotto possiamo infatti ammirare un amuleto italiano, purtroppo di ignota provenienza. Si tratta di un manufatto di rara bellezza che al tempo veniva usato come portafortuna, proprio come la più nota "cimaruta".

Amuleto custodito presso il "Museo delle Arti e delle Tradizioni popolari" di Roma

La lunga storia della magnificente Sirena Bicaudata non ha certo termine qui. La sua iconografia viene tutt'oggi replicata non solo come logo della famosa caffetteria, ma anche su profumi, gioielli, pezzi d'arte, ecc... Il suo misterioso simbolismo sembra non potersi allontanare dal nostro intimo sentimento archetipico e torna a manifestarsi attraverso di noi, per noi. La sua benedizione continua...





Fonti:
"La dea. Creazione. Fertilità e abbondanza. La sovranità della donna." di Shahrukh Husain
https://pataviumonline.com/parliamo-di-artigianato-salutebenessere-sport/artigianato-italiano-storia-e-oggetti-artistici
http://www.lacittadellaluce.org/it/notizia/il-femminile-sacro-prima-parte
http://www.evus.it/it/index.php/news/reportage/la-sirena-a-due-code-della-necropoli-di-sovana
https://it.wikipedia.org/wiki/Sirena_(ibrido_donna-pesce)

venerdì 3 maggio 2019

Spagna: megalite di 4.000 anni deturpato dai fan di Harry Potter

Il Domen deturpato
 
Questa notizia è sfuggita a molti e vale la pena ripristinarla per un confronto sempre attuale.

Nel 2016 una tomba megalitica di 4.000 anni, alla periferia di Vigo, in Spagna, è stata vandalizzata dal noto simbolo de "I doni della Morte" creato dalla scrittrice JK Rowling per la saga di Harry Potter.

Il grande dolmen di pietra, noto con il nome di Casa dos Mouros (Casa dei Mori, in riferimento ai coloni nord africani che una volta conquistarono la penisola iberica), è l'antica eredità di una cultura preistorica ormai scomparsa e il suo valore è inestimabile. La reliquia è considerata un capolavoro dell'arte megalitica.
Il dolmen prima dell'atto vandalico
Nonostante l'importanza del monumento, nottetempo alcuni ragazzini hanno disegnato con uno spray il suddetto simbolo insieme alla parola "sempre" e i caratteri della tastiera "<" e "3" che insieme formano un cuore nella scrittura giovanile. Tale gesto non è solo la profanazione di un sito archeologico, ma un luogo sacro, destinato alla memoria eterna.


Gli esperti hanno valutato il danno in ben 150.000€

Il fatto è rimbalzato su tutto il web e uno dei tanti commentatori ha ironicamente detto "I fan di Harry Potter sono la vera minaccia di cui nessuno sta parlando".

Questo episodio ci ricorda inevitabilmente quanto sia importante educare i giovani al rispetto dei luoghi antichi, di quelli sacri e di tutto ciò che rappresenta la nostra storia o la nostra cultura. E' chiaro che chiunque sia stato, non abbia la più vaga idea della gravità del danno arrecato e dunque viene da chiedersi come sia possibile che ancora oggi accadano episodi di questo genere, nonostante tutti gli sforzi fatti negli ultimi decenni in ambito culturale e sociale.

Personalmente, quando vedo questo genere di deturpazioni, penso che ci sia qualcosa che non abbia funzionato a dovere e che qualcuno si sia dimenticato di impartire una lezione importante nella vita di chi ha commesso quel gesto. Mi auguro che tutta la risonanza di questi giorni faccia comprendere all'autore del graffito la gravità della sua azione e la ferita che ha recato alla sua città.


Però c'è un però... In molti sostengono che "tutto" cio che è scritto con la bomboletta sia sbagliato e vandalico, ma onestamente non mi sento di accodarmi a un'affermazione così generalistica. Da ex street writer quale io sono, posso tranquillamente dire che si dovrebbe sempre fare una differenza tra quella che è la millenaria arte muraria (che sia un murale, un graffito o la nuova streetart alla Banksy per capirci) che in genere tende ad abbellire o è addirittura commissionata, da quello è semplice vandalismo con slogan politici e "w juve".
Scrivere a casaccio su case e monumenti è sempre sbagliato, ma disegnare o esprimere un pensiero su un muro grigio è l'ultima vestigia di un sentimento archetipo impossibile (e sbagliato) da reprimere. Un proverbio dice che solo un popolo messo a tacere ha muri puliti.
La domanda è: c'è differenza tra una scritta giovanile su un reperto archeologico e un graffito colorato su un muro grigio? A mio avviso sì.


Qui di seguito il video realizzato dal TG di El Pais sull'accaduto.
https://elpais.com/elpais/2016/11/10/videos/1478770937_413975.html


Fonti: elpais.com - www.rt.com