sabato 11 maggio 2019

La sirena bicaudata

Bassorilievo etrusco conservato al Museo Archeologico di Firenze

La sirena bicaudata, cioè con la doppia coda, esiste da almeno un paio di millenni... insomma prima dell'era a.S. (avanti Starbucks).
Le sue prime apparizioni ci arrivano sin dall'epoca degli Etruschi (v. foto sopra) i quali amavano rappresentarla sui monumenti come simbolo di fertilità e potere femminili. La scolpivano anche all'ingresso delle tombe, come una sorta di psicopompi che accompagnavano le anime dei defunti nell'Aldilà. Celebre è la Tomba della Sirena nella necropoli di Sovana (GR) la cui protagonista è una bellissima bicaudata - purtroppo danneggiata dal tempo - che richiama la connessione con il mondo ctonio dei morti.

Sirena bicaudata di Sovana

Vi starete chiedendo cosa c'entra il mare con l'Aldilà.
Per gli antichi non c'era differenza tra pesci e rettili, per loro erano tutti appartenenti alla stessa grande famiglia; e tale idea esisteva ovunque, ecco perché in Asia la leggenda narra che carpa koi che risale la corrente alla fine si trasforma in un drago. Il serpente è un simbolo di rigenerazione, legato alla Terra e quindi al corpo della Dea Madre e quest'ultima genera dalle acqua primordiali. Grazie a questo collegamento il serpente unisce la sfera generatrice e quella ctonia.

Ma passiamo oltre e veniamo al significato intrinseco della sirena bicaudata.
La sua ricca natura di generatrice, come abbiamo visto, dipende sia dall'elemento Acqua, sia dall'elemento Terra, entrambi princìpi femminili creativi. La sirena "classica" è già di per sé un forte simbolo di fertilità e fecondità... e va da sé che la bicaudata è doppiamente fertile, doppiamente feconda, doppiamentre Madre.

San Lupo (BN) Fontana Sant'Angelo
 La sua stessa iconografia va oltre tutto questo, infatti la posizione delle sue code non è casuale: potevano essere unite, incrociate, attorcigliate e invece sono ampiamente divaricate. Il senso è esattamente quello di rivendicare idealmente le gambe femminili aperte nell'atteggiamento di colei che mostra la propria parte più sacra, più intima: la porta della vita.
Tale concetto rientra perfettamente nell'idea di abbondanza, salute e fertilità: d'altro canto l'archeologia ci ha fatto dono di centinaia di esempi simili, basti pensare a Sheela Na Gig, la dea che apre la propria vulva con le mani; oppure alla Dea indiana personificata da Devi o Kali raffigurata in piedi con le gambe aperte mentre fluisce il suo yoni-tattva (il liquido vaginale sacro). Tra la popolazione dei Tlingit (nativi americani) la Dea Madre è un'orsa totemica con le zampe divaricate che accoglie e lascia uscire.

Si tratta di un gesto che scaccia la malasorte, allontana i mali, protegge la famiglia, la città e rende sacro il luogo in cui si trova. Sin dalla più remota antichità si trovano figure di dee madri soprattutto nelle grotte umide - allegoria dell'utero femminile - primo tempio vero e proprio del sentimento religioso primitivo.

In tempi successivi, più precisamente nel Medioevo, questa postura fu vista come un atteggiamento volgare e lascivo che tramava contro l'incorruttibilità dello spirito e attirava l'uomo nelle grinfie del maligno (maligno femminile, naturalmente). La donna era spesso associata al Diavolo in persona, sua fida compagna e terrena emanazione, da cui l'uomo era ammaliato a causa della sua diabolica natura. L'unico motivo per cui egli poteva avvicinarsi a lei era quello di comandarla, averla come serva in casa e generare con lei i figli - possibilmente maschi.
La demonizzazione della sirena bicaudata fu lunga e violenta, tanto che nel corso dei secoli cominciarono ad apparire nel folclore medievale storie di sirene incantatrici come la Melusina, donne-serpente dotate di potei magici che distruggevano l'uomo e il suo animo puro e via dicendo.


Melusina - xilografia colorata, Germania metà del XVI secolo

Eppure la nostra eroina non perde mai fascino e lustro, nemmeno dopo tanti attacchi da parte di religioni avverse e malpensieri. In molte zone, soprattutto nel nord Europa, non smette mai di mostrarsi nelle chiese, nelle cripte e sui monumenti. Anche laddove era stata fortemente bandita ad un certo punto della storia ella ricompare più bella e più potente di prima. Nella foto qui sotto possiamo infatti ammirare un amuleto italiano, purtroppo di ignota provenienza. Si tratta di un manufatto di rara bellezza che al tempo veniva usato come portafortuna, proprio come la più nota "cimaruta".

Amuleto custodito presso il "Museo delle Arti e delle Tradizioni popolari" di Roma

La lunga storia della magnificente Sirena Bicaudata non ha certo termine qui. La sua iconografia viene tutt'oggi replicata non solo come logo della famosa caffetteria, ma anche su profumi, gioielli, pezzi d'arte, ecc... Il suo misterioso simbolismo sembra non potersi allontanare dal nostro intimo sentimento archetipico e torna a manifestarsi attraverso di noi, per noi. La sua benedizione continua...





Fonti:
"La dea. Creazione. Fertilità e abbondanza. La sovranità della donna." di Shahrukh Husain
https://pataviumonline.com/parliamo-di-artigianato-salutebenessere-sport/artigianato-italiano-storia-e-oggetti-artistici
http://www.lacittadellaluce.org/it/notizia/il-femminile-sacro-prima-parte
http://www.evus.it/it/index.php/news/reportage/la-sirena-a-due-code-della-necropoli-di-sovana
https://it.wikipedia.org/wiki/Sirena_(ibrido_donna-pesce)

1 commento:

  1. Veramente, in nessuna delle storie melusiniane la fata distrugge il maschio, anzi gli porta fortuna e prole, ed è sempre una figura positiva, almeno fino al momento in cui il maschio non rispetta un interdetto che era alla base del loro patto d'amore (ad esempio non spiarla mentre fa il bagno ed assume la sua forma serpentina), un patto voluto dalla fata che ha la funzione di stabilire un confine tra la donna magica e l'uomo. La violazione del patto, peraltro, non porta disgrazia ma semplicemente l'allontanamento della fata che se ne ritorna nel proprio mondo magico, in genere lasciando la prole e le ricchezze all'uomo. Il medioevo non è stato un periodo così misogino come si vuole far credere: certo, era una società pesantemente patriarcale ma emergono diverse figure femminili potenti ed importanti, sia nelle arti che nella politica che nella religione. è piuttosto alla fine del medioevo, quando si passa all'inizio dell'era moderna, che improvvisamente una ventata di accanita misoginia attraversa l'Europa, la donna magica viene demonizzata e conduce alla caccia alle streghe. E questo coincide con la demonizzazione di altre figure dell'alterità come gli ebrei, gli eretici, i musulmani, gli stranieri in generale. Alcuni studiosi mettono in relazione questa ventata di intolleranza violenta con la diffusione della peste nera che nel XIV secolo, nel giro di pochi anni riduce di un terzo la popolazione europea. Anche il discorso sulla religione che viene proposto in questo articolo è veramente superficiale ed ideologico e ricalca stereotipi triti e ritriti che sono stati ampiamente smentiti: basta pensare che nei Vangeli sono le discepole donne le prime a ricevere notizia della resurrezione e quindi le prime testimoni del Vangelo, a cominciare da Maria Maddalena. Certo la società antica, e quella ellenica pagana molto più di quella cristiana, è una società patriarcale che sovente cade nella misoginia, ma c'è anche una considerazione positiva del mondo femminile, ed anche non in funzione del mondo maschile. Il discorso è lungo e complesso, ma anche la teoria che vuole il culto della Grande Madre come origine della spiritualità è stata ampiamente smentita dagli studi e c'è tutta una bibliografia ampia ed accurata al proposito; tra l'altro sono state delle studiose donne, anche impegnate nei diritti di genere, le più dure contestatrici di questa teoria. La storia ha una complessità che le letture ideologiche tendono ad appiattire. Ma questo non vuol dire che la spiritualità femminile non esista e non abbia una sua potenza intrinseca e peculiare che esula dalla visione maschile della donna, risocntrabile nelle società antiche e auspicabile in quella che dovremmo costruire in futuro.

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