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venerdì 10 aprile 2020

La Pasqua, tra antichi riti pagani e nuove tradizioni.

 
 
 
Essendo nati e cresciuti in un paese fortemente cattolico, la Pasqua ha sempre rappresentato - almeno per me, quando ero piccola - il coronamento della primavera. I fiori in boccio, le pulizie, l'aria tiepida, il cambio dell'ora, il vestito nuovo, le finestre aperte e, naturalmente, le uova di cioccolata costituivano un momento di grande gioia. A dire il vero è ancora così.

Nonostante il velo di spiccata cristianità che la contraddistingue, la Pasqua ha solide radici pagane, fondate sugli stessi sentimenti che la animano oggi, seppur con una diversa origine.

Partiamo dalla data, che viene calcolata in base al plenilunio di marzo, e che si rispecchia nel passaggio dall'inverno alla primavera. Tale concetto, che nella Bibbia viene inteso come il passaggio del popolo Israelita dall'Egitto al Canaan, attraverso il Mar Rosso, in tempi remoti indicava la transumanza del bestiame, cioè il passaggio degli ovini da una zona geografica all'altra, che si teneva (e ancora oggi si tiene ovunque) proprio in primavera.
Sono molti gli elementi caratterizzanti di questa ricorrenza e vengono uno a uno da culti più antichi.

Tanto per cominciare il sacrificio del dio-Sole, ovvero Gesù, che nelle religioni precedenti era una prerogativa di base, in quanto solo dalla morte del Sole (ovvero dal ciclo stagionale) poteva risorgere più forte di prima. Infatti, durante il solstizio invernale, esso rimane sul punto più basso dell’orizzonte per tre giorni, dopodiché ricomincia la sua salita; la croce su cui Gesù viene inchiodato a Pasqua, cioè nel periodo equinoziale, altri non è che la croce solare: ovvero gli equinozi e i solstizi che incrociandosi formano, idealmente, una croce.
Come già spiegato in questa pagina con alcuni post precedenti, il sacrificio primaverile del dio solare veniva replicato di culto in culto, di popolo in popolo: Attis, Tammus, Dumuzi, Adone, Dioniso, Jarylo... tutte divinità della giovinezza, del sole e della vegetazione che in primavera morivano per poi risorgere dopo tre giorni.

Ma torniamo ai simboli della Pasqua cristiana. La corona di spine è l’ovvia allegoria dei raggi solari che irradiano dall'astro e che nel Cristianesimo sono divenuti attributo non plus ultra dei santi. Poi ci sono gli agnelli: ovvero gli innocenti che nel Vecchio Testamento perdono la vita durante la Pasqua ebraica; e di nuovo il sacrificio prende forma della formula che identifica Gesù come "agnello di Dio". Ma l’ovino era già da tempo il simbolo dell’equinozio e del primo mese di primavera poiché proprio il 21 marzo entra il segno dell’Ariete e le sue caratteristiche si ritrovano in moltissimi rituali, divinità e tradizioni pagane precristiane di questo periodo. Si noti che il segno dell'Ariete entra il 21 marzo fino al 20 aprile, mentre la Pasqua può cadere dal 21 marzo al 25 aprile...

E ora l'ultimo, ma non meno importante, simbolo per eccellenza della Pasqua: l'Uovo. Quello che oggi chiamiamo “uovo di Pasqua” è la più antica forma di rappresentazione di vita uterina e solare: è l’uovo cosmico, simbolo di rinascita e augurio di abbondanza che gli antichi solevano dipingere con colori sgargianti per simboleggiare la vita che torna, così nei nidi, così dalle tombe. Etruschi e Romani seppellivano i propri cari con un uovo, quale augurio di rinascita. Già i Persiani si scambiavano uova di gallina in primavera per auspicare fortuna e abbondanza al prossimo.

Piccola postilla sul simbolo del coniglio: essendo un elemento fortemente pagano, la Chiesa lo ha sempre rifiutato; in ogni caso esso non fa parte della cultura italiana (anche se qualche azienda di cioccolata ci ha comunque accontentati), ma anzi, fa capo all'antica ricorrenza celtica di Ostara (v. post del 21 marzo).
Il coniglio rappresenta la fecondità, la grande nascita e l'abbondanza, che derivano dalla sua stessa natura di prolifico genitore.

E' vero, quasi tutte le feste odierne affondano le proprie radici in epoche lontane e culti precristiani, ma voglio sottolineare che questo post non vuole in alcun modo far cambiare idea a nessuno. Non amo il proselitismo, ma adoro (è il caso di dirlo) la conoscenza e la divulgazione storica.
Prendete perciò questo scritto come una nozione culturale e nulla di più.
Siete cristiani e festeggiate la Pasqua? Va benissimo! Siete pagani e non la festeggiate? Perfetto. Siete pagani e vi unite ai festeggiamenti della vostra famiglia? Va bene così. Quale che sia la vostra convinzione, l'importante è esserne coscienti in maniera critica e festeggiare con i propri cari con affetto e rispetto.

In altre parole, buona Pasqua!


Testo coperto da Copyrighted e Creative Commons

Immagini: Crocifissione di Giotto
Fuga dall'Egitto - non pervenuto
Uova colorate - Opera Project
Eostre - non pervenuto
Resurrezione di Dioniso - Casa della processione dionisiaca (Tunisia)
Albero con sole e luna - non pervenuto
(inserirò i crediti su segnalazione)

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